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Wednesday, August 3, 2011

LE TENTAZIONI DEL MISSIONARIO


Il mese scorso ero in Italia per il giubileo degli emigranti  e alloggiando presso la nostra casa generalizia ho avuto modo di incontrare tanta gente, missionari che svolgono la loro attivita’ in tanti paesi diversi per lingua e cultura. Al di la’ delle diverse situazioni che si possono vivere c’e’ in tutti il desiderio di portare avanti i valori del regno di Dio e questo con lo slancio e lo zelo tipico di chi e’ stato afferrato dall’amore del Cristo e vuole donarlo ad altri.

Li’ ho incontrato anche p. Enzo conosciuto ai tempi del seminario e con cui non ci vedavamo da una decina d’anni. La gioia di incontrarsi e la voglia di dirsi tante cose (“che hai combinato  in questi anni? Come ti trovi a vivere in un altro paese? Quali sono le soddisfazioni e quali invece le sofferenze?”), un alternarsi continuo di domande e risposte fatte alla luce di una luna che ti illumina fin nel profondo rivelando quanto si muove nell’animo. Piazza Navona, il Pantheon e la gelateria all’angolo facevano come da spettatori al nostro parlare e alla condisione delle nostre esperienze di vita. Del missionario si suol parlare in termini di slancio, coraggio, sacrifici e amore per il Cristo e la sua gente, ma che ne e’ delle sue tentazioni? Tentazioni del missionario?!

                                                          

Quante volte persone vicine (per lo piu’ suore o qualche pia donna) mi hanno avvicinato e promettendomi sostegno e qualche preghiera mi hanno detto sottovoce : “Mi raccomando p. Giovanni alle tentazioni!”. Il pensiero corre rapido a qualche gonnella, al dolce volto che ammicca un sorriso o alla sete di denaro e possesso, oppure ad una vita vissuta da cavalieri solitari al di la’ dei legami di una comunione vissuta con altri missionari (sono questi alcuni degli aspetti salienti dei tre classici voti:castita’, poverta’ ed obbedienza). Ma sono davvero queste le tentazioni del missionario? Non lo credo e il parlare con p. Enzo cosi’ come con tanti altri mi dice che tante altre possono essere le tentazioni e tra queste quella piu’ pericolosa sembra essere quella di vestire il mantello del Messia. Io che pian piano prendo il posto di Dio: mi e’ fin troppo chiara la sua volonta’ (mentre e’ solo una mia idea), la si attua in questi termini ( ed e’ il mio io che cerca spazio)e la gente che incontro diventa pian piano solo un mezzo per assecondare il mio progetto spacciato per volonta’ divina. Non che lo si faccia in mala fede, resta percio’ una sottile tentazione che strisciando si insinua fin nei nostri piu’ santi desideri (ricordate il serpente nella Genesi e il suo :”perche’ cosi’ facendo sarete come dei”?). Mi sono riguardato quanto gli evangelisti ci dicono riguardo le tentazioni di Gesu’; non si parla tanto di gonnelle e sete di possesso quanto piuttosto si insiste su quel :”Se tu sei il Figlio di Dio..”.

                                                              

La tentazione e’ quella di prendere il posto di Dio ed agire come se non si abbia piu’ da imparare, perche’ troppo presi dalle proprie sicurezze di conoscenza e modalita’ operative. Il vangelo di Luca ci ritrae un Gesu’ continuamente alle prese con la tentazione di non agire in umilta’ e debolezza (il demonio prima e gli scribi e la gente poi gli ripetono : “Se su sei il Figlio di Dio…”, “se sei il Cristo di Dio…”, “se tu sei il re dei Giudei..”, “non sei tu il Cristo?”).

Quali son le voci che motivano il nostro impegno pastorale e sollecitano la nostra presenza missionaria? Tutti come battezzati siamo chiamati ad essere missionari e percio’ invitati a discernere contuamente la volonta’ di Dio; noi non possediamo la verita’ semmai siamo da lei posseduti.

                                                                                      
Queste le riflessioni fatte alla luce di una pallida luna e tra le mani un gelato che si consumava troppo in fretta…
                                                                                   Giovanni omi