“Di che film si tratta?”, capita talvolta durante la prima colazione, seduti intorno alla tavola, mangiucchiando qualcosa prima di entrare nelle attivita’ della giornata che si apre davanti. “Di che film si tratta?”, “Non so bene ho solo letto la trama, ma gli attori sono ben conosciuti e poi il regista e’ quello famoso...”. Un nuovo film e’ appena uscito e nel dubbio se ne valga la pena, la conferma viene dagli attori celebri ed in particolare la garanzia e’ data dalla firma del regista. Ci possiamo dunque fidare, prenotare i biglietti e gustare la trama di questo nuovo film.
Estrema periferia di Nagoya (Giappone), l’allarme della sveglia e’ anticipato dal canto delle suore Missioniarie della Carita’(quelle di Madre Teresa) che in cappella gia’ cantano e pregano le lodi mattutine. Seduto ora alla scrivania, guardo attraverso la finestra i campi di riso pronti per la mietitura, i contadini che si avviano ai campi portando nelle mani gli arnesi necessari, i bambini con il berretto giallo che si lasciano condurre dai nonni alla fermata dell’autobus, i ragazzi e le ragazze con l’uniforme scura in sella a bici troppo simili che sembrano sciamare verso scuola, il signore che porta il cane a passeggio tra i campi, su cui vola alto un gruppo di corvi in attesa sicura di qualche acino di riso lasciato tra i solchi. Scena puntuale che ogni mattina mi ritrovo non solo a guardare, ma quasi a gustare e contemplare, il tutto avvolto in un silenzio di fondo, poche voci, niente schiamazzi, una calma che sembra essere l’animo di un popolo pur sempre in movimento, in gesti quasi abituali, sincronici, come se fossero chiamati a recitare una parte loro assegnata da un regista che e` li` dietro le quinte di uno scenario che e` il mondo stesso.
Quale dunque il mio scenario, quale il dramma che ognuno di noi vive, quale la parte che si e` chiamati a svolgere? Sono forse io il protagonista principale di una storia che si articola su una sceneggiatura da me certo non scritta; e d’altronde non sono certamente un semplice spettatore, restando alla finestra. Scendo anche io in campo ed inforcata una bici sembro voler solcare quei campi di riso dopo il raccolto, ma pronti ad una nuova semina e piantagione; i contadini ne bruciano le stoppie mentre una solerte anziana signora copre con paglia il giardino che affrontera’ il rigido inverno. Sono forse io il protagonista d questo film? Non certo l’unico attore, perche` troppi i possibili ruoli per una sceneggiatura che attraversa spazi e tempi ed ancora non raggiunge il fine; si e` parte dunque di un dramma che che si svolge lento, continuo, con le sue stagioni, tra raccolti e semine, afa d’estate e rigori d’inverni rigidi. Quello che mi consola, oltre la varieta` dei personaggi e dunque possibili attori e` lo sguardo attento del regista (quello famoso) che sostiene i passi incerti e la voce fioca degli attori alle primi armi. Assorto in questi e simili pensieri sono richiamato dal tintinnio della campanella, e` l’ora di celebrare messa, mi preparo, mi vesto in sagrestia e la liturgia mi prende come per mano, guidandomi in un dramma ancora una volta ripresentato, sempre unico, ma che avvolge ogni spazio ed ogni tempo, anche il mio anche il tuo. Chiamati a farne parte, da protagonisti al di la` delle titubanze, fissando lo sguardo alle indicazioni sicure del regista (quello famoso). Non un nuovo film questa volta, ma un film sempre nuovo, mi chiedero` ancora “Di che film si tratta?”.
(Giappone, ritiro annuale alle Missionarie della Carita`, che lavorano in Corea, Giappone, Sakkalin-Russia e Mongolia)
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